Resterà aperta fino a febbraio la mostra FuturBalla”, alla Fondazione Ferrero di Alba, importante retrospettiva dedicata a un artista che, insieme a Boccioni, ha promosso e rappresentato in pieno il futurismo italiano. Mentre, osservando un tema natale, è assai difficile comprendere a priori come possano prendere corpo, in una vita reale, certe caratteristiche che comunque saltano agli occhi, risulta un interessante esperimento ritrovare certe caratteristiche nell’opera e nella biografia di un artista. Forse è “troppo facile”,  abbinare caratteri dell’opera a configurazioni nel tema natale, ma si tratta comunque di un esercizio istruttivo. Nel caso di Giacomo Balla – il cui radix ho cercato solo dopo la visita della mostra – il gioco “come sarà il suo tema natale?” mi aveva portato a due pianeti chiave: Urano e Mercurio, seguiti, in seconda battuta, da Marte.

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Urano per più di un motivo: la “rivoluzione” futurista, promossa ed esaltata da Balla, l’attenzione per il concetto stesso di movimento, studiato ed elaborato, la costante idea di “macchina”, di tecnologia. Ma Urano anche per la forte cesura tra il primo periodo in cui riproduce figure “vere” – donne, ma anche reietti della società – e il secondo e più importante periodo in cui elabora il vero e proprio futurismo. Guarda caso, la cesura e il repentino passaggio dal figurativo alla ben diversa arte futurista, avviene proprio al momento dell’opposizione di Urano a se stesso, intorno ai quarant’anni di età.

Per quanto riguarda Mercurio, non c’è solo il principio di “osservazione” – abbinata ad Urano che tale osservazione in qualche modo deforma in senso rivoluzionario ed avveniristico – ma anche l’idea della velocità, del consumo di attenzione, in una corsa continua in avanti, in un dinamismo che corrisponde alla corsa velocissima delle idee, nel cervello e anche nella parola. Balla “scrive” nei suoi quadri, produce formule, gioca con le parole, comunica non solo con i tratti ma anche con la parola scritta.

Per quanto riguarda Marte, poi, oltre all’aggressività che si percepisce nel segno scattante, e oltre alla scelta di propugnare pubblicamente l’arte futurista, va ricordato il suo atteggiamento decisamente interventista e la sua probabilmente non opportunistica adesione al fascismo, nella convinzione della guerra “purificatrice”. Il tutto in un artista che negli anni giovanili si era dimostrato più che attento, sicuramente “compassionevole” nei confronti dei poveri e dell’umanità sofferente.

Così, sempre “guarda caso”, troviamo nel tema natale uno stellium estremamente significativo tra fine Cancro e inizio Leone composta da una doppia coppia: Urano – Sole in Cancro e Mercurio – Luna in Leone, a ridosso del Medio Cielo, mentre Marte è in bella mostra congiunto all’ascendente Bilancia.

Una piccola ricerca, condotta su 48 temi natali di fotografi, aveva portato a individuare la relazione stretta, più frequente rispetto alla popolazione generale, tra Mercurio, Urano e Luna (occhio+tecnologia+sensibilità nel cogliere l’attimo fuggente) nei temi natali dei fotografi professionisti. E, nella biografia di Balla, leggiamo che il suo primo lavoro fu quello del fotografo… E sicuramente sono “fotografici” i suoi esperimeenti di divisionismo, come “la bambina sulla terrazza” che ricorda la tecnologia iniziale dei cartoni animati, con la sovrapposizione successiva, costante e regolare, della stessa immagine  per dare l’idea del movimento.

Il “compassionevole” Sole in Cancro, affiancato a Urano e in una decima casa proiettata all’esterno, alla visibilità, a costo di scandalizzare, toglie forza alla compassione stessa, mentre l’intuitiva e profonda capacità di cogliere le sensazioni della Luna si abbina alla lucidità e alla mancanza di sentimentalismo di Mercurio, il tutto con il colore di concretezza e realismo suggerito dal Leone. Marte in Bilancia, al quadrato dello stellium in decima, ci parla di una forza bellicosa, di una rigidità di convinzioni e di capacità decisionale in grado di smuovere il mondo. Gli elementi Cancro (e Bilancia) al di là del classico abbinamento con l’ “arte” ci parlano pure di famiglia: Giacomo Balla coinvolse moglie e figlie – anche per mantenere la famiglia – in un’attività produttiva, di “arte applicata” per cui le donne si occupavano di realizzare costumi e abiti con i disegni futuristi, ricamando, tessendo e applicando le invenzioni dell’artista….

 

Patrizia Romagnoli

Giacomo Balla, Urano e il futurismo