Ne “Il romanzo della scienza”, speciale della rivista «Scienza e conoscenza», Emanuele Cangini presenta personalità e scoperte di quindici scienziati e, proponendo nella sezione “Gnosi” la vita e le scoperte di alcune personalità di spicco della scienza, riflette sulle tante possibilità e combinazioni che l’universo ci regala. Uno di questi scienziati è Antoine Henri Becquerel, “personaggio, insieme a Maria Curie, a cui si devono i maggiori riconoscimenti nel campo della radioattività”. «Il caso favorisce la mente preparata» ‒ affermava Becquerel ‒ «consapevole di quanto sia importante tenersi pronti per attirare i favori di un destino che sa sorridere a coloro che sanno tendergli la mano», come scrive Cangini. Becquerel scoprì proprio i raggi X «un agente rispetto al quale tutti i corpi risultano trasparenti». Sui raggi Becquerel lavorarono i coniugi Curie.

Dal punto di vista astrologico, Cangini segnala: «Era nato il 15 dicembre Henri, nel cuore della capitale francese: un Sagittario terzo decano vibrante della forza di quel principio igneo che, elemento di appartenenza del segno, aveva saputo ardere nei suoi pensieri almeno tanto quanto aveva arso nelle proprie azioni. Una forza misteriosa e inafferrabile muoveva e ispirava le gesta dello scienziato francese, tanto insondabile quanto quello sguardo autorevole e austero. È bello lasciarsi cullare dal fuoco del sole: pensare che i raggi di quel fuoco che colpirono le lastre dei suoi esperimenti fossero gli stessi del fuoco ardente del suo segno zodiacale, quello del Sagittario».

Un Sagittario “doc”   Henri Becquerel,   dal momento che iastro_w2atw_antoine_becquerel_adb_hk.23447.20882l   segno ospita non soltanto il Sole, ma anche Giove, il governatore del nono Segno, e, se l’ora indicata è corretta, proprio sul discendente, posizione che rafforza le qualità di Giove, a partire da quella sorta di ottimismo che fin da giovane gli aveva fatto affermare che «la buona sorte va attirata, a sostegno della preparazione culturale». Giove in Sagittario forma quadratura con Nettuno, anch’esso nel suo domicilio, in Pesci: l’impalpabile, l’inafferrabile, il misterioso, quanto sono impalpabili i raggi, battezzati proprio “X” qualcosa di ignoto e indefinito, indefinibile, ma efficace. Nettuniano, appunto.

Nettuno è al vertice di un “triangolo della creatività” (un trigono tra due pianeti ognuno connesso per sestile da un lato e dall’altro a un terzo pianeta che ne costituisce il vertice). In questo triangolo Nettuno ‒ il “misterioso” ‒ fa sestile da un lato con Marte e Mercurio in Capricorno (l’intelligenza disciplinata e pervicace, insieme a Marte anche in questo caso significato dall’esaltazione in Capricorno) e dall’altro con ben 3 pianeti lenti: Plutone (gli abissi della profondità), Urano (la ribellione, la razionalità, l’innovazione) e Saturno (governatore del Capricorno e fattore di disciplina e correttezza di ricerca scientifica). Anche qui, pur in un soggetto “di fuoco”, si conferma  l’impianto tipico della mente matematica, individuabile nella relazione tra Marte (qui congiunto a Mercurio, che simboleggia il tipo di intelligenza)  e Saturno, in due segni ‒ Capricorno e Toro ‒ caratterizzati dall’ostinazione, dalla pervicacia, dalla necessità interiore di superare a tutti i costi gli ostacoli e le difficoltà, senza spaventarsi dell’insuccesso momentaneo.

Una “innovativa” Luna in Acquario rafforza il bisogno in avanzare su territori inesplorati, il bisogno di “nuovo”, di pari passo con un ottimista Sole sagittariano con cui si relaziona per sestile. Nettuno, sottoposto a “controllo incrociato” si esprime al meglio, aprendo nuovi spazi all’umana conoscenza.

Il Sagittario Becquerel e la radioattività
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