Prosegue l’interessante analisi di Clara Tozzi sul tema natale di Matthieu Ricard, che scelse di diventare monaco tibetano e poi definito come “l’uomo più felice del pianeta. 

Ricordiamo che Matthieu Ricard è nato a Aix les Bains, in Francia, il 15 febbraio 1946, alle 16.20 (fonte: Grazia Bordoni)astro_w2atw_matthieu_ricard_adb_hk.23776.6259

 Il viaggio

 Verso la fine del ’66, appena ventenne,     Ricard fa un viaggio in India, attratto dalle   grandi suggestioni che gli avevano   provocato alcuni filmati che aveva visto,   che  mostravano alcuni maestri spirituali   che erano arrivati in India, fuggiti da un Tibet che era stato da poco invaso dai Cinesi (nel 1959). Scrive: “Essi corrispondevano all’ideale del santo, dell’essere perfetto, del saggio, una categoria di individui di cui, a quanto pare, non si trova più l’uguale in occidente (…). E io mi dicevo << Se è possibile raggiungere la perfezione sul piano umano, allora deve essere quella>>”.

Torna a casa molto colpito da quanto aveva visto e vissuto,  ma si immerge comunque di nuovo nella sua realtà fatta di studi scientifici.  Di quegli anni, fatti di grande impegno intellettuale, ricorda anche la delusione che gli proveniva da quanto vedeva nelle tante persone geniali in qualche campo che aveva l’opportunità di conoscere attraverso i contatti dei genitori o del suo professore all’Università. Incontrava grandi filosofi, artisti di successo, scienziati di chiara fama eppure si trattava per lo più di persone povere dal punto di vista umano, oppure profondamente insoddisfatte, depresse. Invece le persone che aveva conosciuto in India “mi avevano fatto scoprire qualcosa di più, che mi attirava verso quei maestri tibetani; il loro modo di esistere sembrava essere il riflesso di quello che insegnavano.” C’è un grande bisogno di verità e di perfezione in lui, mentre Plutone in I casa legato alla Luna amplifica la sua percezione ed inevitabilmente anche la sua capacità di cogliere nelle persone tutto quello si trova sotto l’apparenza, tutto quello che è nascosto, inaccettabile, manipolativo, distruttivo.

Il 1972  rappresenta l’anno del grande cambiamento, dopo aver completato con grande successo la sua carriera di studente ed adempiuto così ai doveri di figlio, decide di cambiare vita e intraprende la via del buddhismo. Urano, pianeta governatore del suo Sole e simbolo del Risveglio, lo accompagna  durante quell’anno transitando in III casa e facendo via via aspetti con Urano radicale, con Marte e Saturno, arrivando a congiungersi al Fondo Cielo in Bilancia: è un vero terremoto, un taglio con i condizionamenti familiari ed un contatto con la propria verità interna, con la propria anima. Il suo Sole in VII casa, congiunto a Venere e Mercurio in VIII, lo chiamava ad una scelta che lo avrebbe condotto ad una grande trasformazione di sé, inoltre il trigono con Giove in IV descriveva il suo interesse per altre culture, per altre filosofie di vita destinate a diventare la sua nuova radice.  Scrive Ricard: “ …i maestri tibetani non cercano di elaborare una dottrina, bensì di essere i depositari fedeli e devoti di una tradizione millenaria. Comunque sia, per me era consolante vedere che esisteva ancora una tradizione vivente, accessibile, offerta in un’esposizione di cose belle. Dopo un viaggio intellettuale nei libri, potevo ora intraprendere un viaggio vero.” Urano entra infatti l’anno successivo nella IV casa, congiungendosi a Giove a formando un trigono con Sole, Venere e Mercurio, segnando il tempo del cambiamento e della trasformazione, ma anche una sorta di ritrovamento di un senso di appartenenza che ‘a casa’ non aveva mai provato. L’antichissima cultura tibetana poteva forse soddisfare finalmente il suo bisogno di sconosciuto e di tradizionale insieme (Giove e la IV casa), di nuovo e di immutabile (il Sole acquario, la Luna in Leone). Ma soprattutto aveva trovato un maestro, un guru in Kangyur Rinpoche, ed in fondo era proprio quello che Ricard andava cercando da tempo. Nel tema progresso il Sole era appena entrato nella IX casa in Pesci, confermando il momento di magico contatto con la propria vocazione.

seconda parte – articolo pubblicato sul n. 7 di Albatros – aprile 2009

 

 

La scelta del monaco: Matthieu Ricard/2
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