L’ articolo dell’astrologo Gian Carlo Ufficiale, pubblicato su “Linguaggio Astrale” n. 71, approfondisce il tema del desiderio e della passione.

Ardua in sé è la definizione del desiderio. Penso che nessuno abbia dubbi sulla sua sostanziale fondamentalità nell’umano agire.Niente di ciò che facciamo è ad esso irriferibile. Cioé, il desidero ci fa muovere,scegliere, in una parola: vivere.Noi non riusciremmo a decidere nulla senza di esso.

Qui diventa irrinunciabile la domanda: da dove viene il desiderio? E dove è diretto?

Sappiamo tanto dalla filosofia (Hegel su tutti) che dalla psicoanalisi ma anche dalla letteratura e, come vedremo, dal mito) che il desiderio nasce da una mancanza, da un vuoto, da un buco, per dirla con A. Verdiglione, quindi da un dolore. Concetto fondamentale che ritroveremo riferendolo alla nostra materia. In altre parole, il desiderio non ha né padre né madre, ma si struttura lungo – o intorno? – una sofferenza. Problema drammatico, quindi che in qualche modo dobbiamo risolvere.

Rischiando la banalità ricordo che l’uomo è un animale sociale. Senza l’incontro con l’Altro non ci sarebbe l’inconscio e come minimo non ci sarebbe nemmeno umanità. Molto lucidamente J. Lacan ci spiega che da questo punto, (la genesi) «il desiderio dell’uomo trova il suo senso nel desiderio dell’altro, non tanto perché l’altro detenga le chiavi dell’oggetto desiderato, quanto perché il suo primo oggetto  è di essere riconosciuto dall’altro» (Scritti). In altri termini «l’inattesa profondità del desiderio scoperta dalla psicanalisi è il desiderio di far  riconoscere il proprio desiderio» (id.),sigmund-freud-1153858__340

Come si vede questione complicata,  perché il desiderio primario genera il desiderio del proprio riconoscimento da parte dell’Altro, rendendo inevitabile un  incontro / scontro con questi, che ha lo stesso problema. Il desiderio come tale riconosciutosi, cerca di stabilire un’interazione con l’Altro: questa è ciò che si chiama «pulsìone». L’intensità dinamica di essa viene chiamata «libido».

La «libido» sta a designare la forza con la quale si manifesta una certa pulsione» (Freud, Introduzione alla  psicoanalisi). Se la pulsione otterrà la soddisfazione del desiderio si genererà il piacere. Il mancato conseguimento dell’obiettivo produrrà effetti che dalla generica insoddisfazione possono condurre alla nevrosi e addirittura alla psicosi. Infatti lo stesso Freud ebbe a scrivere che  «ogni sensazione nevrotica spiacevole è in ultima analisi un piacere che non può essere provato come tale». (Al di là del principio di piacere).

Ricapitolando  brevemente, il piacere è la soddisfazione del desiderio in sé o quella di  essere riconosciuto come tale dall’ Altro, avvenuta per mezzo di  un’interazione dinamica inconscia chiamata pulsione, la cui energia viene definita libido.

(2/segue)

 

Desiderio, piacere e astrologia/2
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