L’ articolo dell’astrologo Gian Carlo Ufficiale pubblicato su “Linguaggio Astrale” n. 71, approfondisce il tema del desiderio e della passione.

Ricapitolando brevemente, quanto espresso da filosofi e psicologi sul desiderio,  il piacere è la soddisfazione del desiderio in sé o quella di essere riconosciuto come tale dall’ Altro, avvenuta per mezzo di un’interazione dinamica inconscia chiamata pulsione, la cui energia viene definita libido. Nel pensiero di Freud è già a questo livello che possiamo parlare di sessualità. Tutto ciò che si prefigge come obiettivo l’ottenimento del piacere è sessuale.

Nella sua ultima topica il concetto fu lievemente modificato: nell’istinto di vita (Eros) rientra tutto ciò che complica «la vita, al fine naturalmente di conservarla» (L’Io e l’Es); quindi quasi tutte le pulsioni sessuali, escluse quelle che perseguono lo scopo dell’orgasmo, appartenenti all’istinto di morte. La libido rientra però solo nel primo gruppo: «la libido in quanto istinto di vita (… ) è ciò che è sottratto all’essere vivente in quanto sottomesso alla riproduzione sessuata» (Lacan, – nella foto – Seminario XI)Lacan.

Con straordinaria lucidità Freud individuò le condizioni irrinunciabili per provare piacere: la diversità, la novità. Illuminato dallo psicanalista francese di scuola lacaniana Marie-Eve Gardère,  qui aggiungo una terza condizione: la perdita di sé, o, per meglio dire, la perdita del controllo di sé.«Il processo vitale dell’individuo tende, per cause interne, all’abolizione delle tensioni chimiche, il che equivale a dire, alla morte; mentre la sua unione con la sostanza vivente di un altro individuo aumenta tali tensioni, introducendo, per così dire, nuove differenze vitali, che naturalmente  aumentano la durata della vita» (Freud, Al di là del principio di piacere). Qui Freud si riferiva agli  esperimenti di un biologo americano, Woodruff, che in esseri unicellulari primitivi cambiava la sostanza nutritiva che gli individui auto producevano con altra di differenti individui della stessa specie ottenendo non solo l’allungamento della loro vita, ma impedendone il minimo sintomo di invecchiamento!

Quarant’anni dopo il famoso socio-biologo Edward Wilson in «Sociobiologia » scriveva: «Fra gli individui si formano legami nonostante il sesso e non grazie ad  esso. Quando in una specie è presente la riproduzione sessuale, i membri dei gruppo diventano geneticamente dissimili. Il risultato inevitabile è un conflitto di interessi».

Eugenia Natoli sulla rivista Scienza e Dossier n. 5 del luglio ’86 prosegue: (i maschi e le femmine) essendo diversi hanno fisiologie diverse, interessi diversi, comportamenti diversi. E questo significa che non sempre sono in armonia, al contrario, spesso sono in competizione».

Alla luce di queste affermazioni scientifiche ci appare più chiaro il paradosso di Lacan «tra un uomo e una donna non c’è rapporto sessuale perché tra un uomo e una donna non c’é rapporto». Non c’è rapporto, ma c’é desiderio, il desiderio dell’ Altro; pertanto c’é piacere nella diversità, o meglio, a causa di essa. Concetto antitetico a quello dell’ermafroditismo junghiano. Dal 3 della coppia (lo – Tu e l’amore) non si passerebbe nemmeno all’1ma direttamente allo 0, come afferma A. Verdiglione (citazione a memoria da Spirali), cioé alla negazione dell’ Altro, all’annullamento. «Per l’adulto la novità è sempre la condizione prima del godimento» (Freud, Al di là del principio di piacere). Per contro Arthur Guyton in «Neurofisiologia umana » annota che «stimoli  sensoriali nuovi eccitano la corteccia cerebrale, ma la ripetizione dello stimolo comporta la completa estinzione della risposta corticale se l’esperienza sensoriale non provoca piacere o dispiacere».

Quindi la novità, in sé è eccitante e qualora si rivelasse piacevole viene ripetuta. Ma, è chiaro, bisogna permettere alla novità di irrompere in noi. Negli individui eccessivamente rigidi e auto controllati qualsiasi evento nuovo viene respinto e/o ignorato, talché viene a precludersi qualsiasi possibilità di godimento: il desiderio verrà ingabbiato, ridotto al silenzio, costretto ad un’espressione innaturale, deviata; molto probabilmente nevrotica in quanto dolorosa. Ancora Freud: «Occorre un ostacolo per spingere in alto la libido» (Psicologia della vita amorosa).

3/ segue

Desiderio, piacere e astrologia/3
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