L’ articolo dell’astrologo Gian Carlo Ufficiale pubblicato su “Linguaggio Astrale” n. 71, approfondisce il tema del desiderio e della passione.

Stabilito che seguire il destino del padre introiettandone anche la violenza del potere ci rende impossibile capire il nostro desiderio, e perciò anche farlo riconoscere dall’altro, prima di passare all’indispensabile verifica, l’ostacolo teorico da superare era rappresentato dalle due mancanze, dalle due sofferenze rappresentate da Saturno e da Venere, che non possono che essere di diverso tipo. La distinzione sta in questo: Saturno significa una sofferenza cosciente e come tale sopportabile, magari sino al sacrificio più estremo e privativo, ma pur sempre tollerabile; al contrario Venere esprime quel dolore che l’uomo non può sopportare senza soccombere, la cui sola idea di sofferenza lo condurrebbe all’intollerabilità dell’esistenza. Di qui i tentativi di tacitare questa voce con ogni mezzo possibile, costi quel che costi. La verifica poi mi ha mostrato che è tutt’altro che semplice in un oroscopo individuare attraverso Venere il desiderio di una persona, ma del resto quanti di noi possono spiegare con convinzione qual è il proprio? Però è pressoché infallibile poter analizzare come il soggetto cerchi di far riconoscere all’ Altro il suo desiderio.

Com’è facile capire, le cose si complicano quando Venere entra in aspetto con Saturno. Dalle mie osservazioni risulta che nella congiunzione Saturno tende a stabilire un controllo ferreo su Venere, assumendo su sé solo il peso della sofferenza, sicché il soggetto non potrà mai agire il suo reale desiderio, ma unicamente la sua maschera indossata da Saturno.

In pratica ciò non si allontana molto da quanto afferma con altre parole ogni buon manuale di astrologia: è però visto da un’ottica diversa, tendente a spiegare i sintomi anziché osservarli. Negli aspetti armonici Saturno tende a «proteggere» Venere, anche se le possibilità per questa di liberarsi dal controllo sono maggiori: tutto sta a che non si adagi. Negli aspetti di tensione tra i due pianeti si scatena un vero e proprio duello i cui esiti, evidentemente, dipendono dal tema nella sua intierezza; ma ci siano vincitori o meno, ambedue ne escono debilitati, con i risultati che già vi immaginate. Si potrebbe dire che tra questi due interessanti pianeti sarebbe auspicabile non vi siano rapporti diretti, che se ne stiano ognuno per conto proprio a presiedere ai compiti che loro competono.

La risposta al secondo quesito – chi rappresenta la libido? – è decisamente più semplice: Marte.male-39108__340 Ricordiamo che la.libido è l’energia propria di una pulsione e la pulsione è quel tentativo messo in moto dal desiderio di stabilire un’interazione con l’Altro. Siamo nel campo del dinamismo, dell’attività. «Nella pulsione si tratta di farsi vedere. L’attività della pulsione si concentra in questo farsi (… ). Oltre al farsi vedere, il farsi sentire» (Lacan, Seminario XI). Nei «Tre saggi sulla teoria sessuale» Freud afferma che «la libido non ha sesso», funziona allo stesso modo nei maschi e nelle femmine, ma è indubbia la sua natura attiva. Né potrebbe essere diversamente se si vuole conseguire il piacere. Gli autori di testi astrologici da anni dibattono se la sessualità dipenda da Venere oda Marte; qualcuno equanimamentesostiene che gli uomini agiscono per mezzo di Marte, le donne per mezzo diVenere.Come vedete la questione è ben diversa, e la sua complessità sarà ancora più evidente quando fra breve analizzeremo il piacere. Attraverso 70 Marte, quindi, siamo in grado di scorgere la quantità di libido e la qualità della pulsione sessuale di un individuo. Diversamente da quanto afferma Lisa Morpurgo in«La natura dei pianeti» ritengo auspicabile aspetti di qualsiasi tipo tra Venere e Marte, stabilendosi in questi casi una relazione diretta, senza mediatori, tra desiderio e libido

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Desiderio, piacere e astrologia/5
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