Tutti i pianeti concentrati in poco più di 90 gradi: la vicenda di Monique Van der Vorst, atleta paralimpica, campionessa di handbike è stata recentemente commentata dalla nota astrologa Grazia Bordoni nel suo gruppo Facebook. La giovane olandese, nata a Gouda il 20 novembre 1984 alle 11.55, rimasta paralizzata alla gamba sinistra dall’età di 14 anni, manifesta una tale passione per lo sport e una così grande determinazione da impegnarsi nell’uso di biciclette spinte con la forza delle sole braccia – “handbike”, appunto – fino ai massimi livelli e riesce a conquistare due medaglie alle Olimpiadi di Pechino nel 2008. Due anni dopo  però, dichiara di essere guarita miracolosamente, e si mette a gareggiare su bici normali, finchè non si scopre che non c’era stato nessun miracolo. A quel punto, la Van der Vorst dichiara che la paralisi era di origine psichica, ma il pubblico non le perdona la bugia. 

Al di là della singolarità della vicenda “fisica” si tratta di un tema natale davvero intrigante, proprio a causa della concentrazione stretta dei pianeti in poco più di un quarto del tema natale, senza peraltro formare nemmeno uno stellium nella classica accezione del termine. I pianeti infatti, salvo nel caso delle congiunzioni tra Mercurio e Urano in Sagittario e tra Venere e Giove distano oltre sette gradi l’uno dall’altro e la stessa Luna, che dà inizio alla sfilza di pianeti ppotrebbe anche  considerarsi isolata. Ovviamente, ciò dipende dalla valutazione personale sulla tolleranza delle orbite, comunque l’unico aspetto, molto largo, della Luna è un sestile con Mercurio, con 5 gradi di scarto. Un aspetto peraltro, plausibile, se consideriamo il comportamento della giovane in grado “architettare” (Mercurio) giustificazioni piuttosto “fantasiose”… 

Per chi considera gli aspetti come la chiave di volta per l’interpretazione del tema natale, quello di Monique è un po’ un rompicapo. Si può cominciare da  Marte, che in Bilancia spesso produce l’effetto opposto di Marte in Ariete, ossia una grinta quasi rabbiosa quanto a concentrazione mirata ad ottenere “a forza” i propri scopi. A rafforzare questa valutazione c’è il quadrato di Marte con Plutone – le pulsioni fondamentali, il bisogno di esercitare potere – in questo caso forzare le possibilità del proprio fisico. D’altronde Marte è importante per chi si cimenta con lo sport. L’aspetto Marte Plutone parla proprio del bisogno profondo di “cimentarsi”. 

Ovviamente il solo aspetto Marte – Plutone non basta, ma qui abbiamo un Sole in Scorpione, che dà indicazioni rispetto alla gestione delle pulsioni, una gestione difficile, in quanto le pulsioni riguardano la necessità profonda di capire e di reagire, riguardano le circostanze avverse e la capacità di sublimarle fino a farle diventare un nucleo bollente di bisogno di affermazione. E non basta ancora: l’ascendente è in Capricorno – deteminazione, ambizione, bisogno di dimostrare le proprie capacità, con il suo governatore, Saturno, in Scorpione, in semisestile a Mercurio. La relazione Mercurio Saturno è spesso presente nel tema di  chi ha il talento del “calcolatore” (il termine va preso senza connotazioni negative, ma solo come capacità di “far due più due”…) e nella fattispecie della Van Der Vorst è presumibile che ci sia voluta molto impegno, calcolo e attenzione per migliorare le proprie performances sportive partendo da condizioni così difficili. Che cosa ha sostenuto Monica nella sua lunga escalation – finita bene o male, poco importa – pur in situazioni di partenza così difficili? Probabilmente una sorta di ottimismo che possiamo leggere nella congiunzione Venere Giove, che può suggerire la forza derivante dalla convinzione di “meritarsi” il successo. 

P.Ro.

Tutti pianeti in fila, ma senza stellium: il caso dell’atleta paralimpica
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