L’apertura della stagione al teatro La Scala – il top dello spettacolo di lirica in Italia – si  è tenuta a Milano il 7 dicembre, sant’Ambrogio, e l’opera prescelta è stata Tosca di Giacomo Puccini, con Anna Netrebko nel ruolo da protagonista. I melomani la conoscono a memoria, ma l’emozione è sempre la stessa – grandissima. Questo per merito di Giacomo Puccini, il vero maestro del sentimento amoroso, del, pathos emotivo, della passione. Il tema natale di Puccini – Lucca, 22 dicembre 1858 alle ore 2.00 – è in primo luogo il classico tema natale del compositore, con il suo classico doppio aspetto, o configurazione, tra Luna, Venere, Giove e Nettuno. Presenta infatti un trigono tra Luna e Nettuno in segni d’acqua (Cancro e Pesci) e due aspetti di Venere, in Sagittario, con Giove in Gemelli e con Nettuno in Pesci. Il fatto di essere nato esattamente nel momento di passaggio del Sole tra due segni (intorno ai 0 gradi del Capricorno) contribuisce ad aggiungere e miscelare valori, pur molto diversi, nel proprio carattere: caldo da Sagittario e riservato da Capricorno. 

La Luna in Cancro, connessa a Venere e Nettuno è ciò che lo rende  il massimo conoscitore e possessore della sensibilità femminile, che riscatta il suo machismo inveterato attraverso la sua musica, e attraverso la musica si fa perdonare dalle donne. Giacomo Puccini può essere infatti considerato a tutti gli effetti il compositore votato alla conoscenza e alla descizione dell’animo femminile. E’ quindi una Luna importante, ma anche Venere opposta a Giove, non è da meno quanto a “ipertrofia dell’amore”. Il machismo lo troviamo nell’aspetto tra Marte e Sole, a contraddire la tenerezza cancerina della Luna in trigono a Nettuno. Puccini ha un grande bisogno di “femminile” e nel contempo si comporta “da uomo”, secondo i classici dello scorso secolo. A ciò va aggiunto, rispetto a questo tema natale, il ruolo di Urano: l’iniziatore, l’originale, il “rivoluzionario”. La forza delle opere pucciniane non sta solo nell’espressione dei sentimenti e delle passioni: lui è anche e soprattutto un autore moderno, lontano dal precedente classico melodramma italiano, affascinato dalle nuove scoperte tecnologiche e dai nascenti media comunicativi che successivamente caratterizzeranno il Novecento. L’ultimo periodo della vita di Giacomo Puccini è denso di sperimentazioni, di prove e ricerche – Urano, quinconce al Sole e quadrato a Marte – per trovare nuovi modi di fare teatro. Ed è lo stesso Urano, insieme all’opposizione Venere – Giove (esagerazione affettiva) a stimolarlo a vivere in modo, appunto, “esagerato”: Puccini di tempo in tempo agisce in modo che contrasta violentemente con il suo mondo d’artista: per non soccombere alla sua musica, Puccini prova ad opporle il cibo, il vino, il sesso, il tabacco; prova a opporle l’animalità’, quasi a segnare un ripudio della condizione opposta, ossia della spiritualità’. Una battaglia persa.

E’ quasi impossibile cogliere in una sola parola il segreto dell’arte di Puccini; chi volesse compiere l’azzardo di riassumere tutto in una parole, potrebbe insinuare: malinconia. La malinconia del Sole in Capricorno e dell’aspetto tra Venere (amore) e Saturno (controllo), e anche della Luna in Cancro. Giacomo infatti e’ ipersensibile, passabilmente nevrotico, al centro, nella vita, di situazioni poco eroiche. Puccini era un introverso; – i luminari sono nei segni più “tipici”quanto a introversione –  sostanzialmente era un timido, e come i timidi poteva magari cedere a scherzi goliardici e a poesie boccaccesche, ma chi lo conobbe ne ha lasciato testimonianza come di un autentico “signore”.

Giacomo Puccini, conquistatore dell’animo femminile
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