Ha compiuto 44 anni in questi giorni il quotidiano “la Repubblica”, secondo giornale per vendite in Italia, uscito per la prima volta il 14 gennaio del 1976

Un quotidiano volutamente – almeno all’inizio – “diverso”, nuovo, originale, orientato a sinistra, ma libero dai condizionamenti del potere e dei partiti. Sicuramente diverso nel formato – il tabloid – e nello stile grafico. Originariamente La Repubblica doveva essere un giornale di seconda linea, non quello dove trovare le pure e semplici notizie, ma gli approfondimenti scritti da ottime penne, con molto spazio alla cultura. E con una caratteristica che lo ha accompagnato nel tempo: la presunzione. Al di là della connotazione negativa del termine, presunzione va intesa come ambizione, ossia l’idea di essere “i più bravi”, e superiori agli altri e convinzione di “avere ragione”. Come afferma uno dei primi caporedattori, i giornalisti chiamati a realizzare il progetto originario, erano convinti di vedere di più e meglio gli eventi, rispetto agli altri giornali. Facevano fronte comune contro “la concorrenza” e, in effetti, il successo di vendite è arrivato rapidamente, a conforto di quella presunzione.

Il tema natale del quotidiano da quest’ìultimo punto di vista parla chiaro: il Sole è in Capricorno, segno dell’ambizione e quindi della superiorità rispetto agli “altri”, il segno dell’élite, del bisogno di essere soli alla vetta (quella delle classifiche di vendita, anche se solidamente occupato dal Corriere della sera…). Il Sole forma un quadrato con Giove, nel battagliero Ariete. Facile identificare Giove con il potere e quindi nel conflittuale rapporto tra Repubblica e il potere. D’altronde per il giornalismo si parla proprio di “quarto potere” e non a caso per questo quotidiano si parlava proprio del  “partito di Repubblica”a causa della scelta di fare autonomamente battaglie politiche, di prendere posizione, di giudicare e di esprimere sia le opinioni che i fatti.

Parliamo qui del tema natale di una “cosa”, non di una persona. E se la cosa è un giornale non si può fare a meno di notare che il pianeta più forte è proprio quello collegato ai giornali, all’espressione della parola: Mercurio. In Acquario, come si conviene a un oggetto all’epoca molto innovativo, tanto più se si trova al quadrato di Urano. E in sestile con Venere. L’aspetto tra Mercurio e Venere (che per motivi astronomici può essere solo congiunzione, semisestile e sestile) è spesso presente in soggetti che esercitano mestieri di scrittura (e qui non ci sono dubbi…). Qui abbiamo anche Nettuno in congiuzione, interpretabile come attrazione per le grandi idee e per le utopie del tempo. Ma non basta: Mercurio, “parole scritte”, si lega a Plutone: l’intento di guardare più a fondo, di scoprire le cose occultate e non limpide. In questo caso inchieste scomode. E infine, ma non da ultimo, l’aspetto di Mercurio con Luna e Marte congiunti in Gemelli: la curiosità, e la capacità di passare oltre con disinvoltura spinti dalla curiosità del cronista. Il punto debole? Saturno, a zero gradi del Leone, in aspetto generazionale con Urano e nient’altro. Una debolezza che avvalora la dichiarata “presunzione” di cui sopra, in quanto Saturno simboleggia i limiti e la responsabilità, il rifiuto degli eccessi in generale, e la prudenza…

La Repubblica, il quotidiano “nuovo” 44 anni fa
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