E’ stata definita “scandalosa” Sibilla Aleramo, scrittrice, femminista, appassionata e avida di vita. Il suo libro autobiografico “una donna” racconta le tappe della sua vita, l’amore per il padre con cui si identifica fin da piccola – identificazione che la porterà a voler lavorare nell’azienda da lui diretta, alla pari con gli uomini – e che poi la deluderà profondamente, una volta scoperta la sua relazione extraconiugale. E poi lo stupro e il “matrimonio riparatore”, la nascita del figlio a cui si lega di un amore incondizionato ma che poi deciderà di abbandonare per non abbandonare se stessa. Giornalista, scrittrice, donna di impetuose storie d’amore.  Il poeta Eugenio Montale scrisse: “Sopravvissuta a tante tempeste, portava ancora con sé, e imponeva agli altri, quella fermezza, quel senso di dignità che erano stati la sua vera forza e il suo segreto”

Fermezza e dignità: due parole che ben si abbinano alla simbologia del Sole, in Leone e strettamente congiunto  a Marte e Urano, tutti e tre al centro di un quadrato a T (su tre segni fissi) con Plutone da un lato in Toro e Giove dall’altro in Scorpione. Una lava bollente che non cessa di erompere, un clima di violenza esercitata proprio su di sè e forse anche da lei stessa nei confronti del mondo. Indomabile: Marte + Urano + Plutone + Giove “moltiplicatore”.

Sibilla Aleramo (pseudonimo di Rina Faccio) nasce ad  Alessandria il 14 agosto 1976 alle 5.00 (AdB). Spirito ribelle,  non sopporta del vittime, a partire dalla madre che si spegne via via nel ruolo della moglie sottomessa fino al tentativo di suicidio e il ricovero in manicomio. Ed è lei che diventa vittima, sposando l’uomo che prima la stupra e poi la sposa, rinchiudendola in casa per anni. Marte e Plutone sembrano fare esattamente la loro parte, finché non scatta di nuovo la potenza ribelle di Urano. Dopo anni in cui vive schiacciata dalle imposizioni del marito, trovando forza solo nella scrittura, comprende che bisogna dare un taglio netto, irrevocabile. Il marito non le permette di prendere con se’ il figlio amatissimo, ma, sapendo che non c’è scelta, se ne va definitivamente e si presenta al mondo, forte della sua scrittura e delle convinzioni rivoluzionarie: priam femminista, e successivamente militante del partito Comunista.  Fedele a se stessa (la configurazione  in segni fissi) Sibilla Aleramo amava il talento, si infiammava per poeti, scrittori e artisti, prendeva ciò che voleva, non chiedeva altro che istanti di passione. L’amore –  scrisse “Amo dunque sono” –  è sempre stato l’unico punto fermo di una vita vorticosa, lo strumento con cui si impadroniva (stellium in Leone…)  del mondo e di se stessa. Ogni storia era un diluvio di passione, e di lettere, carte, appunti, senza nascondere nulla.

E se nella vita reale Sibilla si comportava secondo la sua natura impetuosa e la sua volontà di esserci e di operare (Marte + Urano) quanto alla vita affettiva la passione si tingeva di idealismo e di amore incondizionato e “fluviale”: Venere, in Cancro, si lega allo stellium in Leone con un semisestile, al centro di un piccolo triangolo molto significativo, in cui la Luna in Gemelli si lega con un altro semisestile a Venere e con un sestile a Sole, Marte e Urano. E’ questa configurazione che esprime proprio quel “Amo, dunque sono”: l’amore simboleggiato da una Venere cancerina, sognatrice e fragile, le emozioni simboleggiate da una Luna  irrequieta e volatile (in Gemelli) si incontra proprio con il nucleo centrale della personalità, il Sole. Il tutto “condito” con la vena poetica del sestile tra Luna e Nettuno. Per quanto femminista, coraggiosa, antesignana, bettagliera, Siilla Aleramo è stata “una donna”. Il titolo è icastico e affermativo (stellium in Leona) la il contenuto è l’universo femminile e contraddittorio espresso da Venere, Luna e Nettuno. Faticosissimo da vivere, ma estremamente produttivo come insegnamento per le generazioni di donne del nostro secolo. 

 

 

Il fuoco e l’acqua di Sibilla Aleramo
Tag: