L’approfondita analisi di Cristina Barbaresi su “il deserto dei Tartari” e in specifico sul suo autore, Dino Buzzati lascia poco spazio a ulteriori considerazioni, in quanto estremamente preciso e completo. 

Tuttavia, osservando il tema natale in un’ottica di individuazione dei talenti innati, quelli che poi si esprimono nella vita professionale, è possibile aggiungere qualcosa. Grazie all’analisi comparativa basata su campioni di “talentuosi”, emergono per ogni categoria sei aspetti la cui frequenza eccede l’atteso. Avendo a disposizione i “pacchetti” degli aspetti più frequenti in una trentina di categorie, è possibile individuare in ogni tema la / le categorie più affini rispetto al tema natale di un soggetto, in questo caso Dino Buzzati. 

Quanto a Buzzati, (nato a  Belluno il 16 ottobre 1906  ore 01:53) è definito dalle biografie scrittore, giornalista, pittore, drammaturgo, librettista, scenografo, costumista e poeta. La sua cifra stilistica è soprattutto quella del racconto surreale, fantastico, e il punto centrale – quello più destinico e angosciante – è una sorta di senso di paralisi del protagonista. Visto che Buzzati stesso ha affermato che il tenente Drogo è il suo alter ego, possiamo attribuire questo senso di blocco anche alla persona vera. 

Il tema natale – Sole in Bilancia, ascendente e Luna in Vergine – mostra come pianeta prevalente sia Mercurio, connesso a Luna, Giove, Saturno, Urano e Nettuno. Mercurio è in Scorpione, il che fa pensare a un bisogno di scavare in profondità, di non accontentarsi mai delle apparenze, unito a un puntiglioso senso critico segnalato dalla posizione di Marte nel segno della Vergine. Lo stesso Mercurio si connette a Nettuno, potenziato dalla congiunzione con Giove, a segnalare l’attrazione verso dimensioni “diverse”, oltre quel “reale” che però incombe grazie all’altro trigono di Mercurio, quello con Saturno. C’è un “grande trigono” d’acqua, ossia della materia più vaga e indefinita, in un tema in cui manca quasi del tutto l’aria, capace di dare una spinta di leggerezza e a farlo uscire dalle onde un po’ cupe di Saturno e Nettuno. 

Sotto il profilo del “talento”, non si trovano corrispondenze con il “pacchetto” tipico del giornalista – mestiere che peraltro Buzzati ha fatto e con ottimi risultati – ma non è un caso che lui stesso si definisse “un pittore il quale, per hobby, durante un periodo purtroppo alquanto prolungato, ha fatto anche lo scrittore e il giornalista”. E certamente le sue capacità di scrittura sono state apprezzate in un’epoca in cui nei giornali non si cercava la notizia a tutti i costi e si apprezzavano i veri e propri articoli, quindi la qualità del “narratore” che nel tema è confermata da un forte Mercurio. Un “pittore” – dice Buzzati e questo è associabile al forte Nettuno.

 Tuttavia, c’è un altro talento che emerge dal tema natale di Buzzati, ed è quello del militare. Sono ben cinque  su sei gli  aspetti presenti nel tema che corrispondono a  quelli più frequenti tra i grandi militari: Sole + Luna, Luna + Marte, Mercurio + Venere, Venere + Urano, Marte + Plutone. 

Buzzati è stato un artista, ma Drogo, il suo alter ego, che cos’era? Un militare, un tenente. E viveva in una “fortezza”: Saturno. E qui Saturno è al trigono di Mercurio e di Venere, ossia gli strumenti del “raccontare” – ancorchè in un mondo immaginario – Nettuno al trigono di Saturno – in attesa di un nemico da combattere (Marte + Plutone) ma misterioso (Sole + Plutone). Lo sfondo de “il deserto dei tartari”  è la vita militare, e solo un Nettuno così forte ha fatto sì che la vocazione concretamente militaresca dello scrittore si trasformasse (Nettuno) in qualcosa di immaginario. Tutto si svolge nel pensiero (Mercurio) anzichè in autentici campi di battaglia. Ma quel mondo è lì, e ci resta…

Dino Buzzati e la vocazione … militare
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