Un nuovo, interessante saggio della studiosa di astrologia  Clara Tozzi, che pubblichiamo a puntate, sul tema della vocazione.

“Quando eravamo ragazzi gli adulti ci chiedevano in continuazione cosa avremmo voluto fare ‘da grandi’ …. A volte ce lo siamo forse chiesto anche quando ragazzi non eravamo più, ma l’insoddisfazione per quello che stavamo facendo si faceva sentire. Cosa vorrei fare? Chi vorrei essere? In che cosa sono brava? Che cosa mi soddisfa? Per lungo tempo spesso ci siamo arrovellati su questo tema e le risposte (a volte la risposta, unica e costante nel tempo) avevano la connotazione del “sogno da realizzare”.

Quest’area è stata probabilmente al centro dell’attenzione per anni, dai 13/14 anni in poi. Se siamo stati fortunati, naturalmente, e quindi se abbiamo avuto la possibilità di fare una scelta – perché a volte la necessità ci ha condotto da altre parti, vedendoci rassegnati ed un po’ passivi, oppure ribelli in qualche modo. La necessità a volte ha preso la forma di una famiglia che sapeva quello che era bene per noi, e quindi che ci ha indirizzato verso quanto pareva inevitabile.

Ma torniamo al sogno: la sua caratteristica è di non essere inquinato dalle necessità, può muoversi senza i limiti imposti poi dalla realtà. Questo sogno può essere una guida interna, una luce, un faro che ci fa strada, e piano piano ci può condurre a sentire un forte desiderio ad andare in una direzione precisa: verso quella che cominciamo a sentire come la nostra vocazione.narrative-794978__340 Quindi si tratta di qualcosa che   viene percepito come   una chiamata, una voce   che arriva da dentro e   che possiamo attribuire   al Sé, a quella parte al   nostro interno che   conosce tutte le nostre potenzialità ed anche il motivo per cui ce le ritroviamo, a quale progetto devono servire. Indubbiamente quando usiamo il termine vocazione ci viene in mente una grande energia che ci spinge verso una direzione precisa, a impegnarci in un compito, ad occuparci di una missione, ma che comunque mette in moto qualcosa dentro di noi, un entusiasmo, un fervore che a volte sembra avere qualcosa a che fare con l’innamoramento. Sentire la propria vocazione attiva energia, le nostre potenzialità si accendono come se organizzandosi attorno ad uno scopo diventassero più vivide: è come se comprendere il proprio significato, l’importanza che può avere il nostro personale e particolare contributo al mondo potesse dare una grande spinta alla costruzione di un futuro soddisfacente.

 Se così è, allora tutto   questo diventa una parte   importante del nostro   senso di identità, a cui fornisce un’energia   potente, ed ha inizio il    viaggio che ci condurrà a cercare di realizzarla. Tutto questo ha a che fare moltissimo con il sentirci speciali, e più riusciremo a far corrispondere quello che stiamo divenendo all’immagine del sogno più l’energia ed il senso di soddisfazione interna aumentano.

Ma come ben sappiamo, raramente le cose vanno in questo senso, per i motivi più svariati. Magari abbiamo perso il contatto con la nostra essenza molto presto, e qualche meccanismo di difesa ci ha portato a mettere una grossa pietra proprio sul punto da cui proveniva la voce interna. Forse sono subentrati problemi di autostima, per cui per scegliere ci siamo appoggiati all’esterno, a qualcuno che realisticamente ci ha indirizzato verso un settore che garantisse poi un buon impiego.

Comunque sia, basta guardarsi intorno per vedere quanto sia difficile mantenere – e poi realizzare – gli antichi sogni di un periodo in cui eravamo collegati con quella parte che possiamo chiamare essenza, o anima, la radice della nostra natura più profonda. La dimensione del sogno è astrologicamente legata a Nettuno: è qualcosa di sottile e trascendente, un canale che ci mette in contatto con qualcosa di superiore e lontano, che può anche costituire una fonte di ispirazione intensa e meravigliosa….ma indubbiamente non è facile  da portare nel mondo di veglia. Nettuno ha bisogno di essere contattato attraverso qualcosa che ci aiuti a sentirlo ed a tradurlo, è davvero per noi straniero, abbiamo bisogno di qualcosa che appartenga maggiormente alla nostra sfera cosciente e che ci aiuti a tradurre simboli ed immagini che arrivano dall’inconscio, abbiamo bisogno di  Giove.

 

Pubblicato sul numero 2 di  Albatros, rivista della scuola Eridano School

Vocazione e significato della vita: una lettura della casa nona /1
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