Il tema della ricerca statistica in astrologia e di un possibile diverso approccio è affrontato dall’astrologo russo Jurij Tkacev in un articolo pubblicato nel sito oculus.ru, e che qui presentiamo in una sintesi. Scrive Tkacev:

“Esistono alcune caratteristiche chiave dell’astrologia come ambito di conoscenza che la distinguono  nettamente dalle altre discipline scientifiche. Per questo motivo occorre ragionare sull’organizzazione delle ricerche in questo settore. Ciò che maggiormente condiziona questa distinzione è il principio generale dell’analogia e l’arbitrarietà della scelta della posizione degli assi.

L’universalità dell’analogia significa che ogni forma, per un verso o per l’altro, si riflette in  altre forme, e quanto più forme vengono raccolte, tanto più tutto risulta reciprocamente simile. Tutti i metodi esoterici di previsione sono fondati su questa modalità. Da questo principio deriva anche la seconda caratteristica particolare dell’astrologia, ossia l’arbitrarietà della scelta degli assi. Ciò significa che il sistema di predizione si base su l’uno o l’altro schema indifferentemente. E’ così anche per la teoria delle oscillazioni armoniche su cui si fonda la teoria degli aspetti nell’astrologia occidentale. La posizione è completamente arbitraria, ma per il principio della similarità universale tali concezioni in un modo o nell’altro, rifletteranno la realtà. Se ne evince che la differenza con le scienze naturali, dove la realtà non dipende dalla concezione che ne abbiamo,  è impressionante. In astrologia è tutto il contrario, la realtà astrologica come tale è data da tali assunzioni. E’ proprio questa distinzione a costringerci a ragionare su come impostare regole diverse per fare ricerche in astrologia.

Vorrei in primo luogo dare alcune spiegazioni sulla terminologia che userò nell’articolo. L’elemento astrologico è costituito dai pianeti, case, segni, aspetti, che costituiscono il sistema astrologico. Chiamo fattore astrologico la combinazione di elementi astrologici. E’ proprio questo che dà senso a ciascuna concreta carta natale, mentre il significato degli elementi astrologici è astratto e esiste in sé e per se’. Il compito fondamentale del ricercatore in astrologia è la definizione dei significati posseduti dai fattori astrologici.

Le differenze sopra descritte dell’astrologia dalle altre scienze richiedono anzitutto di cambiare i principi dell’organizzazione dei database. I database che conosciamo sono classificati per categoria di evento. E qui sorgono molte domande su questa modalità di suddivisione. Prendiamo nelle liste ad esempio la categoria dei “longevi”. Si apre immediatamente il quesito sui limiti della  categoria stessa: longevo, quanti anni significa? C’è casomai anche una categoria dei super longevi? Prendiamo un altro esempio, quello dei matrimoni. Che cosa si intende per matrimonio? la convivenza o la registrazione ufficiale dell’atto? Sulla base della risposta a questa domanda cambierà radicalmente il numero dei matrimoni che una persona contrae. E’ evidente che nelle banche dati esistenti la divisione in categorie è arbitraria e non rispondente ai requisiti di un qualunque sistema astrologico. Per questo motivo quando si lavora con tali categorie, non abbiamo accesso agli elementi astrologici disponibili, ma ricaveremo qualcosa di terzo, coerente con le categorie introdotte. Lo hanno dimostrato anche le ricerche di Gauquelin.

Ogni sistema astrologico impone un suo particolare apparato concettuale. Cioè, avremo una deriva delle posizioni assiali, una situazione in cui vengono introdotti elementi astrologici semplici o il loro significato cambia.E se noi decidiamo autonomamente di impostare delle categorie, avremo come risultato uno spostamento delle posizioni degli assi. Inoltre, i database esistenti sono inutili per determinare il significato dei fattori astrologici, poiché lo stesso evento può essere dato da fattori diversi. Di fatto, alla fine in ogni categoria avremo un insalata mista, composta da una molteplicità di fattori astrologici diversi. Ed è evidente che in tal caso risulta impossibile individuare dei significati. In particolare se si considera l’arbitrarietà della posizione degli assi.

Per questi motivi l’organizzazione delle banche dati deve essere radicalmente diversa. In sostanza, dobbiamo fare il processo inverso, andando non dalle categorie ai fattori astrologici, ma dai fattori astrologici alle categorie. Per questo motivo le banche dati devono еssere suddivise per fattori astrologici. Le categorie dovrebbero essere desunte già durante il processo di ricerca ed esse saranno anche il loro risultato finale. Lo studio in questo caso risulterà il seguente: si prende un qualsiasi fattore astrologico, sotto di lui viene formato un database, in cui rientrano gli oroscopi che hanno quel fattore astrologico. Poi se ne deduce il significato, ossia ciò che tale fattore astrologico significa nella vita dei nativi che entrano nel data base.

In questo metodo di lavoro, il requisito principale per il database non è la sua entità, ma la capacità del ricercatore di trattare liberamente la biografia dei nativi che rientrano nel database. In pratica, una base di 10-15 oroscopi per ogni fattore astrologico è sufficiente per uno studio significativo. Naturalmente, in questo caso non otterremo la precisione del 100%, alcuni dei valori saranno erronei.Ma questo problema viene eliminato proiettando per controllo le categorie già formate su un campione più grande (con lo stesso metodo di organizzazione del database).

Il problema fondamentale del metodo sopra descritto sta nel fatto che esso si fonda sull’illuminazione, sulla rivelazione. Ciò complica fortemente il lavoro in confronto con le solite ricerche statistiche: un possibile aiuto potrebbe venire dalla lettura dei tarocchi che trasmettono l’immagine degli eventi o delle situazioni che evidenziano il fattore astrologico che si sta cercando”.

(traduzione dal russo di Patrizia Romagnoli)

 

Dalla Russia nuovi principi per la ricerca statistica
Tag: