Un articolo dell’astrologo Gian Carlo Ufficiale pubblicato su “Linguaggio Astrale” n. 71, sul tema del desiderio e della passione.

“Ogni astrologo più o meno famoso, più o meno serio e preparato raramente sfugge alle pressanti domande dei consultanti circa le «faccende d’amore», con i loro annessi e connessi. Se è vero che una gran parte di questi si dà prontamente alla fuga qualora si tenti un serio approfondimento del loro comportamento nelle relazioni interpersonali, non di meno mi sembra che una parte di noi tenta a liquidare con fastidio l’argomento, almanaccando considerazioni generiche e influenzate un pò troppo dalle personali opinioni in materia. 

Al di là di intenzioni polemiche e saltando a pié pari i motivi di tali atteggiamenti, ho trovato interessante tentare di approfondire l’argomento, convinto come sono che le richieste rivolteci siano solo un sintomo di più profonde situazioni di disagio interiore. 

L’indagine si sviluppa dai concetti basali  dell’ innamoramento e del flirt, e qui di seguito esporrò le conclusioni alle quali, per il momento, sono giunto. Conclusioni che, sia chiaro, non intendo spacciare per verità, ma solo per riflessioni provvisorie di una ricerca che, inevitabilmente, si svilupperà nel prossimo futuro.I concetti basali di cui sopra sono, ovviamente il desiderio e il piacere. L’indagine si impernia prevalentemente sulla disciplina che maggiormente ne ha studiato e scandagliato non solo le espressioni, ma anche la formazione e il contenuto: la psicoanalisi. Per meglio dire, sulla direttrice di pensiero che da Freud prosegue con Lacan.

Qui, già lo so, darò un dolore a quei rari astrologi interessati alle mie elocubrazioni che, aborrendo il fondatore della psicoanalisi aderiscono, come la quasi totale maggioranza, al pensiero «avversario» rappresentato da C.G. Jung. Personalmente non ho mai ben capito i motivi di questa scelta. Ma tant’é, anche freudiani convinti come il grande André Barbault, in realtà fanno più riferimento allo psicologo del profondo svizzero che al.maestro viennese.

Ma al di là di tali divisioni, il pensiero freudo-lacaniano si rivela straordinariamente stimolante anche per la nostra disciplina. Ardua in sé, la definizione del desiderio. Penso che nessuno abbia dubbi sulla sua sostanziale fondamentalità nell’umano agire. Niente di ciò che facciamo è ad esso irriferibile. Cioé, il desidero ci fa muovere, scegliere, in una parola: vivere.Noi non riusciremmo a decidere nulla senza di esso. Qui diventa irrinunciabile la domanda: da dove viene il desiderio? E dove è diretto? (1/ segue)

Desiderio, piacere e astrologia / 1
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